Beatificazione martiri spagnoli

I 98 martiri agostiniani appartengono a tre province agostiniane. Furono tutti uccisi fra i mesi di luglio e dicembre del 1936. Saranno beatificati nel prossimo autunnno.

Roma · 3 settembre - 31 dicembre 2007

Beatificazione martiri spagnoli

“Vi annunciamo con profonda gioia che, nel prossimo autunno, Dio volendo, avrà luogo a Roma la beatificazione di 498 dei nostri fratelli nella fede, che diedero la propria vita per amore a Gesù Cristo in Spagna durante la persecuzione religiosa degli anni trenta del XX secolo. La Chiesa riconosce ora solennemente che morirono come martiri, come testimoni eroici del Vangelo" (“Voi siete la luce del mondo”, Messaggio alla 89ª Assemblea Plenaria dell'Episcopato spagnolo per la beatificazione di 498 martiri in Spagna. Madrid, 27 aprile di 2007)

Il 19 dicembre 2006 una commissione di Cardinali, nominata dalla Congregatio de Causis Sanctorum, ha approvato la Causa di beatificazione e dichiarazione di martirio dei Servi di Dio Avelino Rodríguez, sacerdote professo dell'Ordine di Sant’Agostino, e di 97 compagni agostiniani, oltre a 6 compagni del clero secolare, morti, come si dice, per odio della fede, nell'anno 1936. Questa Causa è una delle 23 Cause di martiri per un numero complessivo di 498, uccisi dal 1934 al 1937 nella persecuzione religiosa che divampò in Spagna contro la Chiesa in quegli anni. I 498 martiri saranno beatificati il prossimo autunno a Roma. L'annuncio di questa buona notizia è stato fatto attraverso un Messaggio del titolo Voi siete la luce del mondo (Mt 5,14), approvato dall'episcopato spagnolo nella sua 89ª Assemblea Plenaria, svoltasi a Madrid. I 98 martiri agostiniani appartengono a tre province agostiniane: 68 alla Provincia Matrilense (o del Escorial), 29 alla Provincia di Spagna (o Nueva) ed uno alla Provincia del Cile. Furono tutti uccisi fra i mesi di luglio e dicembre del 1936.

Martiri della Provincia di Spagna

I martiri di questa Provincia agostiniana appartenevano alle seguenti comunitá: Uclés, Caudete, Santander e Gijón. Del monastero di Santiago di Uclés (Cuenca) furono martirizzat-10 agostiniani. Il 24 luglio il monastero fu assalito da uomini armati. I religiosi furono costretti con la violenza ad abbandonare il loro convento e vennero accolti dalle famiglie del luogo. Ma il giorno 27 due auto di miliziani presero i padri José Gutiérrez, Antolín Astorga, José Calleja ed Enrique Serra, trasportandoli a Tarancón: con le mani legate si segnarono e pregarono, convinti di andare a morire. Le auto si fermarono nella vicina località detta Las Emes di Belinchón. Il P. Serra, scendendo dell'auto, gridò: Viva Cristo Re!... Furono fucilati il giorno 28 verso l'una del mattino. Gli altri - i pp. Lorenzo Arribas, Pedro Alonso, Primitivo Sandín e Froilán Lanero – salirono sul treno per Madrid. Riconosciuti come religiosi, furono fermati ed assassinati al km 10 della strada Madrid-Valencia. Ai pp. Giacinto Martínez e Nicolás Mier, dopo varie peripezie compresa la prigione, furono asassinati a Cuenca il 21 di settembre. In Caudete (Albacete) gli agostiniani gestivano un piccolo ospedale. Il priore, p. Gabino di Olaso, e nove compagni furono imprigionati per quattordici giorni. Il 5 agosto furono uccisi in Fuente de la Higuera (Valencia). Alcuni momenti prima di essere assassinati uno dei religiosi disse: Coraggio, padri e fratelli! Moriamo per Dio e per essere quello che siamo. Viva Cristo Re! Benediciamo questa terra che si irriga con il sangue dei martiri. A Santander nel 1936 gli agostiniani avevano due case: il Colegio Cantabro ed il Colegio-Escuela de Santo Domingo. Il Colegio Cantabro ebbe soltanto un martire: il P. Severiano Montes, ucciso il 15 agosto in Caldas (Asturie). Prima di morire, dopo avere pregato alcuni momenti, disse agli assassini: Bene! Quello che state per fare è un crimine; ma io vi perdono davanti a Dio e davanti agli uomini. Potete sparare. Nella comunità di Santo Domingo ci furono cinque martiri. È poco quello che sappiamo sulle circostanze del loro martirio. Questi i nomi con il giorno del martirio: Eugenio Cernuda (†18.dic), Claudio García San Román (†28.ott), Leoncio López (†28.ott), Miguel Sanromán (†18.dic) ed Epifanio Gómez (†22.dic). In Gijón gli agostiniani avevamo una piccola residenza chiamata il Conventín. I tre martiri di questa comunità si chiamavano Florencio Alonso Ruiz e Juan Pérez Rodríguez (†25 ago) e Vidal Ruiz Vallejo (†6 set).

Martiri della Provincia Matritense

I martiri di questa Provincia provengono da cinque conventi: Ntra. Sra. del Buen Consejo a Leganés (Madrid); San Agustín di Malaga; due case di Madrid: il Colegio nella via Valverde e la Residencia nella via Princesa; infine il Real Monasterio de El Escorial. Il convento di Leganés ebbe vari martiri. Ma al momento solo sarà beatificato solo il p. José Esnaola. Rifugiato a Madrid dopo che era stato assaltato il convento e dispersa la comunità, essendo l’economo della comunità il 23 luglio decise di ritornare a Leganés per pagare alcuni debiti e raccogliere oggetti personali. Sul tram fu riconosciuto come religioso e fermato. Il giorno dopo, condotto a Leganés di mattina, fu giustiziato verso tramonto, vicino al ruscello di Butarque. La casa di Malaga ebbe quattro vittime. La comunità fu soppressa il 19 luglio. I religiosi si rifugiarono dove poterono. P. Manuel Formigo, eroico apostolo in mezzo ad un ambiente ostile comunista, celebrò messa tutti i giorni, distribuiva la comunione, sposava e battezzava. Il 15 agosto fu fermato dopo avere celebrato messa ed ucciso a circa 200 metri del suo convento. Il P. Fortunato Merino e Fr. Luis Gutiérrez furono fermati nell’Hotel Impero il 24 agosto e uccisi il 25 nel Callejón de Pellejera; i loro corpi furono trovati con i segni di percosse, coltellate e fori di mitraglia. Fr. Diego Hompanera fu fermato alla fine di agosto. Per quattro settimane nella prigione di Málaga, fu assassinato il 21 settembre vicino al cimitero di San Rafael. Vediamo insieme le due case di Madrid e quella del Real Monasterio de El Escoria, che ebbero circa 80 martiri, di cui 69 saranno beatificati nel prossimo autunno. Ad essi si aggiunge il p. José Fariña, agostiniano della Provincia del Cile che allora risiedeva nel Real Monasterio de El Escorial. I religiosi di via Valverde furono imprigionati il 21 luglio nella Cárcel Modelo; quelli di via Princesa il 5 agosto nella Cárcel de San Antón, dove il 6 agosto furono rinchiusi anche quelli del Real Monasterio de El Escorial. Fr. Antonio Mª Arriaga, emiplegico, gravemente malato, fu ospedalizzato ma poi verrà ucciso il 30 agosto al grido: “Viva a Cristo Re”. Il priore provinciale, P. Avelino Rodríguez e tre dei suoi compagni furono trasferiti dalla Cárcel Modelo a quella di San Antón il 14 novembre. In due settimane furono riuniti in questa prigione più di 122 agostiniani. Alla fine di novembre furono brutalmente giudicati da tribunali popolari, composti di giovani. In genere a tutti erano rivolte le stesse quattro o cinque domande: Come ti chiami? Sei agostiniano di El Escorial? Che cosa facevi lì? Perché ti trovi qui? Sei disposto a prendere le armi e servire nell'esercito del Governo? Per quasi tutti fu emessa questa sentenza: “l. d.” (che significava “libertà definitiva”) o “sia condannato a morte”.

La spedizione del P. Avelino Rodríguez, priore provinciale

Il 28 novembre si ebbe una spedizione di circa 200 carcerati. Tra essi stava il P. Avelino ed 11 agostiniani in più. Furono spogliati di tutti gli oggetti personali, perfino degli occhiali. Legarono le mani alla schiena con delle corde fine. Caricati nei camion ed i bus, furono condotti a Paracuellos del Jarama. Il P. Avelino, visto quanto si avvicinava davanti alle enormi ed allunghi fossi, prese una decisione energica. Si dirige al responsabile della spedizione, e gli chiede poter salutare i suoi compagni. Autorizzato, fu abbracciando ad ognuno dei suoi compagni, dando loro l'assoluzione sacramentale. Come disse un testimone anni dopo, “fece su di essi il segno della Croce, come quando assolvono il penitente nella confessione”. Una volta finito il saluto ed l’assoluzione ai confratelli, pronunciò a voce alta queste parole: Vi perdoniamo con tutto il nostro cuore. Tanto io come tutti i miei compagni sappiamo che ci ammazzate per essere cattolici. Lo siamo: Viva Cristo Re!, Viva Spagna!

Ed il 30 novembre... altri 51 agostiniani

La mattina del 30 novembre vengono presi 54 agostiniani. Tutto sembrava come il giorno 28: breve giudizio e condanna a morte. Provvidenzialmente tre di essi vengono liberati, quando erano già ammanettati negli autobus e sul punto di essere giustiziati: furono i testimoni di questi momenti, come tutti pregavano e a vicenda si dicevano: forza, coraggio! I sacerdoti impartivano l'assoluzione. Il P. Monedero, priore del Monasterio de El Escorial, ed altri fratelli manifestavano la gioia di essere stati scelti per il martirio. Lo consideravano come una grazia speciale che Dio concedeva loro. Percorsero il tragitto verso Paracuellos cantando “come si canta nella chiesa”, cosí raccontarono alcuni autisti del bus, una volta tornati alla prigione per trasportare altri prigioneri verso la morte. Davanti ai picchetti, che li fucilarono in gruppi di circa dieci, tutti diedero segni di gran serenità. Nel Campo Santo de Paracuellos riposano 33 sacerdoti agostiniani, 22 studenti di filosofia e teologia ed 8 fratelli non sacerdoti. Nel gruppo dei sacerdoti segnaliamo: P. Mariano Revilla, assistente generale dell'Ordine; P. Avelino Rodríguez, priore provinciale; 5 superiori, eletti da poco tempo; i professori di storia pp. Mariano Revilla, Julián Zarco, Melchor Martínez Antuña (professore di arabo dell'Università di Madrid) ed Arturo García de la Fuente; 14 professori della facoltà di Diritto del Real Colegio Universitario Mª Cristina; una quindicina erano redattori della rivista La Ciudad de Dios. Ma tutti dotti e santi uomini.

Fr. Modesto González Velasco

traduzione ed immagini Fr.Antonio Iturbe 
Real Monasterio de S. Lorenzo de El Escorial

 

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